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Cyberbullismo: cos'è e come combatterlo

Il cyberbullismo è un termine che richiama il noto bullismo, ovvero ogni forma di abuso che si basa sullo sbilanciamento di potere. Si tratta di un fenomeno sempre più diffuso nell’era digitale, con gravi conseguenze per le vittime. Questa forma di bullismo si basa sull’utilizzo di informazioni e dispositivi di comunicazione per molestare una persona o un gruppo.

Questo termine è stato usato per la prima volta nel 2002 da un docente canadese di nome Bill Belsey. Il suo elemento chiave è la vastità di condotte che possono rientrare in questa nozione, soprattutto grazie all'ampia diffusione dei mezzi elettronici e digitali.

Il cyberbullismo sfrutta la condizione di anonimato, accentuando il distacco tra vittima e aggressore e permettendo a quest'ultimo di porre in essere più facilmente condotte lesive. Ma quali sono le condotte lesive di cui stiamo parlando? Eccone alcune:

  • cyberstalking: è caratterizzato da comportamenti che perseguitano la vittima tramite minacce o offese, con l'obiettivo di infastidire o molestare la persona presa di mira;

  • flaming: questa condotta si manifesta attraverso messaggi online volgari, violenti, offensivi, provocatori, spesso contenenti insulti e con l'obiettivo di suscitare delle battaglie verbali o scontri sui social network;

  • doxing: è la pratica di diffondere pubblicamente informazioni personali, private o altri dati sensibili di una vittima tramite Internet.

Piano piano, il fenomeno del cyberbullismo ha trovato riconoscimento. Il primo passo verso una disciplina del cyberbullismo è stato compiuto nel 2007 con la direttiva ministeriale n.16, emanata dal capo della pubblica amministrazione. Questa direttiva ha come oggetto le «Linee di indirizzo generali ed azioni a livello nazionale per la prevenzione e la lotta al bullismo». È importante notare che questa non crea un reato ad hoc né definisce una norma o una sanzione penale specifica in relazione al cyberbullismo, tuttavia, prevede una serie di tutele offerte alla vittima per ridurre i danni derivanti da questi eventi. Si tratta di uno dei primi provvedimenti in Europa che si concentra sui profili educativi e di prevenzione, introducendo nuovi strumenti di tutela del minore e di responsabilizzazione del reo.

Un esempio di strumento di tutela (anche se non del tutto nuovo) è la procedura di ammonimento (inizialmente prevista in materia di stalking, disciplinato all'articolo 612-bis del codice penale, e poi estesa al cyberbullismo), compiuta dal questore, il quale convocherà il minore responsabile insieme ai genitori o chi ne ha la responsabilità e cercherà di ammonirlo spiegandogli la gravità della condotta da lui tenuta. Tramite questa procedura si vuole sensibilizzare il minore riguardo al disvalore dei comportamenti tenuti e agli effetti negativi che ha prodotto sulla vittima.

Il secondo passo fatto dal legislatore, e anche quello più importante, è l’emanazione della Legge 29 maggio 2017, n. 71, recante «Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo». Le garanzie offerte dalla legge sono:

  • oscuramento: la vittima che abbia compiuto almeno quattordici anni, i genitori o gli esercenti la responsabilità sul minore, possono chiedere al titolare del trattamento, il gestore del sito o del social network, un provvedimento inibitorio con oscuramento e rimozione del contenuto;

  • immediatezza: il legislatore impone al titolare del trattamento o al gestore del sito internet o del social media, di provvedere alla rimozione del contenuto lesivo. Se ciò non avviene entro quarantotto ore, l’interessato può rivolgersi al Garante della Privacy, il quale interverrà direttamente nelle successive quarantotto ore;

  • centralità della scuola: il MIM (Ministero dell’Istruzione e del Merito) ha il compito di disporre linee guida di prevenzione e contrasto del fenomeno a livello nazionale; l'istituto scolastico deve educare gli studenti alla legalità e all'uso consapevole di Internet; il preside della scuola, non appena venuto a conoscenza di episodi di bullismo o cyberbullismo, deve contattare quanto prima la famiglia della vittima; tra i professori, infine, deve essere individuato un referente per le iniziative contro il bullismo e il cyberbullismo.

In breve, oggi è possibile affermare che, con riguardo al problema del cyberbullismo (che, ricordiamo, consiste in vaste condotte denigratorie, violente, abusive e/o offensive, effettuate attraverso mezzi di comunicazione digitale, volte ad arrecare danno o disagio alla vittima), il legislatore ha introdotto misure specifiche per contrastare il cyberbullismo, considerando sia i responsabili del cyberbullismo che coloro che lavorano per prevenirlo.

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